A fronte delle anticipazioni di stampa sui tagli agli stipendi dei dirigenti pubblici, FP CIDA e Confedir PA devono far presente che la categoria è pronta a fare la propria parte, ma non è disponibile né a subire tagli indiscriminati né ad essere additata come l’unica detentrice di privilegi e sprechi del settore pubblico. In particolare, se non si comprende ancora quale sarà la veste giuridica dei tagli annunciati, ne è comunque evidente l’illiceità. Infatti, se la veste sarà quella di un prelievo fiscale, questo dovrebbe colpire tutti i redditi oltre un certo livello, e non solo quelli dei dirigenti pubblici, a pena di incostituzionalità. Se sarà quella di una riduzione secca delle retribuzioni, costituirebbe una palese violazione dei contratti collettivi ed individuali, stipulati dallo Stato e dalle altre amministrazioni pubbliche come datori di lavoro, che queste retribuzioni hanno stabilito. FP CIDA e Confedir PA, che hanno avviato un processo di fusione per unificare la rappresentanza sindacale dei dirigenti, dei quadri e dei professionisti di tutti i settori pubblici, hanno chiesto al riguardo un incontro urgente al Ministro Brunetta riservandosi ogni ulteriore azione in sede politica, sindacale e giurisdizionale, per tutelare queste categorie.